
Questa volta il viaggio di Overland si snoda lungo 4 nazioni tra le più belle e affascinanti del Sud-Est asiatico: Thailandia, Malesia, Cambogia e Myanmar. Alla scoperta di tradizioni, culture, popolazioni, meraviglie naturali e faunistiche in un susseguirsi di trasferimenti a bordo di 4×4.
Ancora una volta l’Avventura di Overland ci lascia a bocca aperta: il 21 marzo 2016 partiamo dalle terre più incontaminate del Nord thailandese e percorriamo verso sud l’intera penisola di Melacca, sconfinando nella Malesia peninsulare; raggiungiamo il cuore della Cambogia per pochi giorni e poi voliamo in Myanmar, uno dei pochi Paesi al mondo aperti da poco al turismo e che custodisce ancora una realtà autentica. Come sempre è protagonista l’avventura più pura e genuina, arricchita da storia, popoli e panorami mozzafiato.
Il nuovo viaggio di Overland catapulta i nostri viaggiatori nel Nord della Thailandia, coinvolgendoli nel rituale dei monaci buddisti in preghiera al tramonto. Dopo la tradizionale applicazione degli adesivi sui mezzi con i quali verranno percorsi migliaia di chilometri, può iniziare ufficialmente la spedizione!
Nella città di Chiang Mai incontriamo la nuova generazione che cerca nel turismo una strada per rinascere. Nei villaggi di montagna all’interno dei Parchi nazionali, entriamo in contatto con le etnie Akha e Hmong che dopo secoli di migrazioni dalla Cina hanno trovato il loro posto. Navighiamo lungo il Fiume Mekong, al confine con Laos e Myanmar, punto nevralgico del commercio clandestino dell’oppio, il famoso triangolo d’oro che il Governo sta sradicando a favore di immense coltivazioni di riso e pregiatissimo tè.
Viaggiamo indietro nel tempo tra le monumentali rovine di Sukhothai, il primo grande regno della Thailandia, che al tramonto si illumina di affascinanti luci colorate, per il piacere dei viaggiatori e degli spettatori televisivi.
Un altro grande regno del passato, Ayutthaya, rimase vittima delle incursioni Birmane che si incontrano sovente nella storia di questa zona del Paese. L’incontro con la capitale Bangkok ci riporta al presente: un agglomerato di grattacieli, case popolari, templi monumentali, grandi svincoli stradali, metropolitane, vita sul fiume Chao Phraya che genera una fitta rete di canali percorribili con barche cariche di ogni tipo di merce e alimenti a disposizione nei mercati galleggianti. In pieno centro cittadino, il Tempio del Buddha di Smeraldo, il Grande Palazzo Reale e il Tempio del Buddha Sdraiato, rappresentano un popolo libero di professare la propria religione, il Buddhismo.
Il fiume Kwai porta l’infausta memoria del massacro di oltre 100.000 lavoratori agli ordini dei giapponesi per la costruzione di una ferrovia militare durante la seconda guerra mondiale. Il tempio di Khanon conserva e tramanda lo spettacolo delle ombre thailandesi, una forma teatrale che unisce arte, attore, luci e storia.
Da qui parte la corsa verso il Sud del Paese: la Thailandia è anche mare, isole, panorami unici di strepitosa bellezza e popolazioni ancora poco conosciute. I Moken hanno vissuto come zingari spostandosi da un’isola all’altra lungo la costa occidentale della penisola, alla ricerca di un benessere modesto e quasi primitivo.
Negli ultimi giorni in Thailandia, il viaggio di Overland scopre le ultime bellezze di questa Nazione meravigliosa e pacifica a piedi e in barca, tra le isole nel mare delle Andamane, all’insegna di incontri con persone, ma anche con pesci tropicali e monumenti naturali.
Il viaggio improvvisamente cambia aspetto. Entriamo in Malesia e il primo impatto con la popolazione genera rispetto e certezza che si tratta di un mondo islamico. Capo coperto per le donne, zuccotto bianco per gli uomini: il contatto con i malesi è ospitale e generoso. Sulla strada verso la capitale incontriamo Putrajaya, una città costruita recentemente per accorpare tutti gli uffici amministrativi e governativi del Paese. Attraversiamo il maestoso ponte Seri Wawasan e la capitale della Malesia si avvicina.
Kuala Lampur è un complesso enorme di grattacieli adibiti a uffici e abitazioni: le forme avveniristiche delle costruzioni danno la dimensione della dilagante ricchezza di questo Stato Federale che solo nel 1957 ha ottenuto l’indipendenza dall’Impero Coloniale inglese. L’immensa Moschea Nazionale e il Museo di Arte Islamica sono il trionfo dello splendore religioso.
Nella periferia di Kuala Lumpur viviamo l’incontro con la minoranza induista più autentica, che si manifesta con autoflagellazioni e riti legati al tempo passato. Nella Grotta Tempurung troviamo tracce della guerra civile, conosciuta come Emergenza Malese, periodo buio nella storia malese ormai lasciato al passato.
La Giungla di Muschio, il Parco Nazionale Royal Belum e l’Isola degli Oranghi ci catapultano negli esotici scenari di Salgari. Ci rendiamo conto di come oggi il Paese raccolga le diversità culturali e religiose incontrando gli Indigeni Orang Asli che vivono nel Royal Belum e le popolazioni multietniche delle isole Penang e Langkawi. L’immersione subacquea tra i colori sottomarini di Pulau Payar chiude in bellezza il nostro viaggio in Malesia.
La Cambogia vive il presente alla luce del suo grande e antico passato Khmer, e della sua cultura Buddista e Induista che ha lasciato incredibili patrimoni archeologici disseminati su tutto il territorio, molti dei quali sono appena stati scoperti. Dalla città di Siem Reap incomincia il viaggio cambogiano di Overland: visitiamo i templi sconosciuti di Phnom Kulen, il fiume dei 1.000 Lingam, i templi di Ankgor e gli altri siti che le varie dinaste costruivano con l’arrivo al potere.
Ma dal passato emergono anche ombre di guerra e massacri che non possono lasciarci indifferenti. Filippo va alla ricerca della casa natale di Pol Pot, despota sopraffatto dalla pazzia e da una idea fissa: riportare l’intera Nazione allo stato contadino senza divisione di classi. Che presto degenerò nell’istituzione di campi di lavoro, tortura e sterminio.
Una cicatrice indelebile quella dei Khmer Rossi, che però non impedisce la rinascita delle nuove generazioni, libere dalla dittatura e desiderose di riscatto. La grande umanità del dottor Richner è un grande esempio della grande ricostruzione che mobilita il Paese: a scapito della propria incolumità in 15 anni ha realizzato 5 ospedali per bambini completamente gratuiti. Tra mercati e ristoranti di classe, assaporiamo le specialità locali: tarantole, vermi e scorpioni. Arriviamo infine alle porte di Phnom Penh, la capitale.
Phnom Penh, la capitale cambogiana in notevole sviluppo, ospita una popolazione giovane e desiderosa di uscire dal ricordo del tremendo passato di angherie, torture e morte. Nel museo del genocidio, la Prigione S21, migliaia di fotografie, documenti, reperti e alcuni sopravvissuti raccontano un pezzo di storia tremenda.
Un veloce salto di frontiera ed entriamo nell’ultimo Stato della stagione televisiva di Overland: il Myanmar. Yangon, capitale fino al 2005, è tutt’oggi la più grande città del Paese con quasi 5 milioni di abitanti. La popolazione vive un momento di euforia con la vittoria alle elezioni politiche di Aung San Suu Kyi, figlia del grande leader politico Aung San e Premio Nobel per la Pace nel 1991. Ma è soprattutto nella simbologia religiosa buddhista che la popolazione trae forza per reagire. Dalla Pagoda Shwedagon al Buddha sdraiato di Yangon, dal Golden Rock alle grotte nella zona di Pa-An, tutto richiama il senso religioso della popolazione. Scopriamo anche un Myanmar cristiano nel sud-est.
L’autostrada in costruzione lunga 600 chilometri e la capitale Naypyidaw, una città nuovissima nata dal nulla, sono solo due esempi di come la giunta militare abbia gestito in modo assurdo i più svariati aspetti della Nazione durante il periodo al potere.
L’idea di incontrare grandi foreste di legno Tek, elefanti, scimmie e tigri s’infrange davanti allo scempio della deforestazione perpetrato dagli inglesi in passato, e in epoca recente dai Paesi confinanti ma anche dalla giunta militare al potere. Una distesa arida di colline completamente bruciate.
Nella Dry Zone, solo lungo il fiume Irrawaddy è possibile ricavare acqua e terreno per l’agricoltura: è la zona più povera e arida di tutto il Paese e la malnutrizione dilaga soprattutto tra i più piccoli. Pregevoli i progetti dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri che dimostrano la volontà degli Italiani a migliorare la vita delle popolazioni locali:
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Il Monte Popa e il corteo per l’iniziazione dei piccoli monaci rivelano l’importanza della religiosità buddhista Birmana che permea ogni istante della vita. Bagan: l’antica capitale, una vasta distesa di templi e pagode che svettano per chilometri a perdita d’occhio. L’Irrawaddy ci conduce fino a Mandalay, la metropoli del Buddhismo Theravada, che custodisce le gigantesche tavole dei Sacri Scritti. Saliamo su un treno, ultima classe, dove saremo diretti?
Il viaggio in treno è la soluzione migliore per entrare in contatto con la popolazione locale. Dopo un primo imprevisto, capiamo che non è giornata: alla nostra fermata scopriamo che poco prima proprio lì è avvenuta una sparatoria. Profughi in fuga da altri villaggi. La tensione sale, militari ovunque, in assetto di guerra. Il morale si risolleva in un centro assistenza per elefanti sfruttati dai lavori forzati, e in un monastero dove siamo ospitati per la notte. I saggi insegnamenti del monaco indottrinano i noviziati, impegnati nella questua giornaliera.
Il lago Inle, culla di pregevoli attività artigianali e agricole. Il tipico stile di manovra delle barche remando con i piedi non sarà l’unico elemento caratteristico della zona. La sorpresa più forte la si osserva dall’alto: orti e giardini galleggianti sull’acqua, un lavoro antico che si rinnova ogni giorno e concede la possibilità per tutti gli abitanti di coltivare frutta e ortaggi.
Inoltrandoci nel cuore delle terre abitate dalle popolazioni Karen, incontreremo le donne-giraffa alla ricerca di una vita serena e indipendente. Il soldato dell’Esercito di Liberazione Nazionale Karen a guardia di un posto di blocco ci racconta parole di speranza verso il futuro di un Paese unito. L’ambasciatore a Yangon, raccontandoci della leader democratica e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, chiude il racconto del nostro viaggio in Myanmar, ultimo Paese del Sud-Est asiatico che visitiamo in questa stagione di Overland.
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