La tecnologia militare utilizzata per tacciare i ribelli in Afghanistan è stata ora adottata in Inghilterra per controllare e proteggere le specie rare di uccelli.
La RSPB (Royal Society for Protection of Birds) sta utilizzando dei droni (aerei manovrati in remoto) per spiare i nidi e monitorare il progresso delle specie reintrodotte. Le tecnologie ora superate in ambito militare entrano dunque a far parte del mondo civile, con scopi importanti: questa iniziativa ecologica, votata alla conservazione delle specie rare di uccelli, ne è un esempio lampante.
Le dinamiche di volatili come i falchi di palude o i tarabusi possono essere osservate senza disturbare il delicato habitat: con i droni, infatti, è possibile osservare tutto nei minimi dettagli senza essere invasivi, al contrario di quanto accadrebbe se delle persone dovessero avvicinarsi al nido per montare la telecamere, calpestando la vegetazione di canneti circostante e provocando il probabile abbandono del nido.
Il vantaggio principale di questo velivolo è la sua silenziosità: possiede solo sei motori elettrici, quindi il suo rumore viene quasi totalmente assorbito dal suo dell’ambiente e dal vento, lasciando indisturbati gli uccelli. La telecamera ad immagini termiche è in grado di seguire gli uccelli e i mammiferi anche di notte, quando la maggior parte delle specie è attiva.
Se da un lato questa iniziativa suscita entusiasmo, dall’altro pone il serio problema della privacy: e se questi droni venissero utilizzati anche per spiare persone, allargando il raggio di azione al di fuori delle aree in cui vivono gli uccelli?