Ormai tutti conosciamo Uber, l’applicazione realizzata dall’omonima azienda californiana, che permette a chiunque di diventare un driver, senza licenza; sappiamo anche che ha scatenato reazioni furiose da parte dei tassisti, e che sta riscuotendo successi impensabili.
Si tratta di quel fenomeno noto come “sharing economy”, che ha già travolto il settore immobiliare. Il suo successo è dovuto alla semplicità di approccio (bastano pochi click), al risparmio garantito, da una parte, e al guadagno, dall’altra e alla voglia di cambiare, rendendo più accessibili i costi di spostamenti minimi.
La tecnologia oggi ha il grande merito di avvicinare tutti e di rendere quasi impossibili le speculazioni commerciali, come possiamo vedere nelle prenotazioni alberghiere o nello shopping: ormai le persone mettono a disposizione la propria casa a prezzi vantaggiosi, e il turista può preferire questa soluzione all’hotel. Stesso discorso per le auto: con Uber si viaggia bene, in comodità e a prezzi assolutamente convenienti.
A nulla serviranno gli scioperi, l’era della condivisione è ormai ben avviata, il sistema è oliato e va avanti con la forza travolgente di una valanga. I tassisti in tutto il mondo stanno richiedendo, e ottenendo, la cessazione ufficiale del servizio di Uber; ma ormai il servizio è stato provato, è piaciuto e difficilmente si chiuderà qui.