Questo itinerario indiano è quanto di più naturale si possa desiderare: si attraversa infatti un’area poco battuta e dalle caratteristiche davvero peculiari. Il percorso parte infatti dalla giungla per giungere alle vette della terza montagna della Terra, il Kanchendzonga, e concludersi nelle piantagioni di tè di Darjeeling.
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I periodi più consigliati per visitare questo angolo di paradiso, il Sikkim, uno Stato dell’India, sono la primavera e l’autunno. Qui la cultura tibetana ha lasciato una forte impronta, visibile nei monasteri buddisti.
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Il punto di partenza è la capitale del Sikkim, Gangtok, per raggiungere la quale è necessario atterrare prima a Delhi e quindi volare su Bagdogra. A Gangtok l’atmosfera è fiabesca, con casette arroccate lungo le pendici dell’imponente Kanchendzonga (alto 8595 metri). Nelle vicinanze merita una visita il monastero di Pemayangtse, risalente al 1705 d.C.; da qui, si raggiunge Bakhim, vero e proprio inizio del trekking, dove ad attendere i trekker c’è una giungla verde e rigogliosa, benché situata a circa 3.000 metri. Valli e pascoli di Yak, nei pressi di Lamusey, fanno da contorno ad un percorso mistico, che raggiunge l’altitudine massima di 4940 metri, che regala una vista eccezionale ed indimenticabile sul Kanchendzonga. Tra Lamuney e Yoksum si incontrano le foreste più belle del Sikkim, mentre Yoksum e Darjeeling è tappa obbligatoria il monastero di Tashiding. Gli amanti della fotografia, e del romanticismo, apprezzeranno la vista dal Tiger Hill (a 2555 metri) sul Kanchendzonga all’alba, con le vette innevate che cambiano colore al salire del sole. Un viaggio nel Sikkim è davvero un’esperienza unica, che contiene diverse sfumature della natura e dello spirito; il numero minimo di giorni richiesti è pari a venti, comprensivi dei trasferimenti dall’Europa, ma chi avesse più disponibilità farebbe bene a sfruttarle in questo angolo di paradiso.