
Questi, in un primo momento, erano stati identificati come 38 Indonesiani e 8 Russi, cui si aggiungevano 4 membri dell’equipaggio. Con il passare delle ore, invece, il mistero si era infittito e sembrava che sul volo fossero presenti altre nazionalità non ancora ben identificate: tra le varie ipotesi un Francese e uno Statunitense, due Italiani o due Spagnoli. Il fraintendimento potrebbe essere dovuto a nomi di origine italiana o spagnola che potrebbero aver tratto in inganno le autorità durante la trascrizione, anche se questo non spiega perché non siano stati verificati i passaporti presentati all’imbarco. Ad ogni modo, fonti della Farnesina escludono che tra i passeggeri vi fossero Italiani.
Ad una prima ricostruzione, il Sukhoi, partito da Giacarta, avrebbe chiesto di scendere da un’altezza di 3.000 piedi a circa 2.000, per poi perdere i contatti con la torre di controllo. Testimoni dichiarano di aver visto un aereo volare a quota molto bassa e poi sparire all’orizzonte, senza notare o sentire alcuna esplosione. Inoltre, l’aereo aveva ricevuto un controllo prima del decollo senza riportare alcunché di strano, e gli stessi piloti non hanno accennato a problemi tecnici durante l’ultima comunicazione. L’aereo è andato completamente distrutto dopo lo schianto di circa 800 km orari e non si trova ancora traccia della scatola nera. Perciò, ora il mistero non riguarda più la sparizione, ma il motivo dello schianto.