– Puntata 8 –
Overland 18 – Iran
Dune e distese di sabbia a perdita d’occhio: il deserto di Dasht-e Kavir è il giusto luogo per far divertire un po’ i nostri mezzi e sperimentare l’abilità dei guidatori di Overland. L’accampamento notturno è illuminato dal falò e dal meraviglioso cielo stellato. Al risveglio perlustriamo la zona salmastra a piedi e ripartiamo a bordo dei nostri veicoli per un ultimo tratto di off-road. Nella città di Yazd incontriamo l’antica religione Zoroastriana e la vecchia città dove le Torri del vento rinfrescano ancora oggi le case e le cisterne d’acqua che per centinaia di chilometri scorre nei Kanat, i canali sotterranei che dai monti raggiungono le città persiane. Poi l’incontro con il passato, tra Pasargade e Persepoli: le tombe di Ciro il Grande e dei suoi discendenti, celebrano la dinastia degli Achemenidi che ha reso grande l’Impero Persiano. Shiraz, la città delle rose ai piedi dei Monti Zagros: culla della cultura persiana è nota per la poesia, i suoi meravigliosi giardini e il vino. Il Bazar qui esiste da quasi 3 secoli e dimostra la volontà che avevano i suoi governanti nel fare di Shiraz uno dei più importanti centri commerciali della nazione.
La città di Esfahan, detta anticamente “La metà del mondo “, si presenta come città di cultura e di bellezza che culminano nella piazza principale: Naqsh-e Jahan, la più bella di tutto l’Iran a detta di molti, e una delle più grandi al mondo. Un immenso giardino, pulito e ordinato, con una scenografica fontana al centro, è circondato da navate colme di negozietti, e da meravigliosi edifici di epoca safavide: due moschee, il Palazzo dello Scià e l’antico Bazar. Ormai siamo abituati alla distesa di spezie di ogni tipo, tappeti, sete finemente ricamate e vari oggetti di artigianato, mentre ciò che ci stupisce questa volta sono i giovani artigiani: oltre ad essere incantati dalla maestria con cui lavorano rame, legno, ferro con le famose miniature, e creano gioielli e oggetti di rara bellezza, siamo piacevolmente sorpresi dal fatto che gli artisti siano soprattutto ragazzi, che imparando i segreti dal proprio maestro portano avanti tradizioni secolari.
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Ecco la notizia tanto agognata: i nostri veicoli sono arrivati e possiamo proseguire il viaggio verso l’Iran. Dalla base militare Italiana a Herat che ci ha ospitato in questi giorni di attesa, si alzano in volo due elicotteri Mangusta, e ci segue una scorta militare afghana di terra per proteggere il nostro transito durante l’insidioso percorso fino al confine.
Superata la dogana Iraniana, la nostra Stefania può tornare a guidare il suo veicolo: anche l’Iran è un Paese musulmano ma non vieta alle donne la guida. La spedizione si ritrova a Mashhad, città sacra per eccellenza, con una moschea che può contenere 500.000 persone e una serie di strutture religiose e di accoglienza. La più estesa nel Mondo.
Un’oasi alle porte del deserto di Dash-e Kavir ci accoglie tra gustose frittelle, caratteristiche bambole e un allevamento di dromedari, in attesa di un avvincente off-road tra le dune sabbiose.