[Overland 12 – Diario di Lunedì 17 Maggio 2010]
Gruppo Avanscoperta
cittadina di Surma Kibish
Alle prime luci usciamo dalla stalla che ci ha ospitati per la notte per piazzarci davanti ai cancelli dell’impresa di costruzioni per attendere l’arrivo dei dirigenti.
Nel frattempo andiamo alla clinica a chiedere ancora una volta l’uso del generatore per ricaricare il satellitare ma anche per quest’oggi pare che non verrà acceso.
La nostra preoccupazione più grande è raggiungere, sia telefonicamente che fisicamente, il gruppo rimasto al campo base. Molti dei nostri compagni hanno i voli prenotati per il rientro in Italia e le loro ferie lavorative sono agli sgoccioli.
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Gli operai preparano il pranzo al sacco e quando ormai sono le 9 partiamo insieme all’operaio responsabile dell’utilizzo del bulldozer.
Arrivati al fiume scopriamo che il bulldozer non vuole saperne di accendersi. E’ fermo da 2 settimane, cioè dall’inizio di queste grandi piogge ed evidentemente qualcosa non funziona.
Torniamo indietro per recuperare un altro mezzo: una Greder (ruspa livellatrice). Lo portiamo affianco al bulldozer, gli operai tagliano un cavo elettrico che trovano per strada e, come nel più classico fai-da-te stradale, connettono la batteria del greder a quella del bulldozer. Il motore comincia il suo sordo borbottio: finalmente possiamo partire.
Guadiamo il fiume e viaggiamo per un’ora e mezza fino ad arrivare alla zona di “sabbie mobili” che avevamo incontrato a piedi all’andata.
L’operaio alla guida del bulldozer si spaventa e si rifiuta di proseguire. Tentiamo di convincerlo proponendo un percorso alternativo tra la boscaglia cercando i punti asciutti.
Si convince e prova ad aggirare gli ostacoli. Oltrepassiamo una prima zona senza problemi ma poi ci troviamo davanti ad una voragine scavata da un infausto fiumiciattolo.
L’operatore del bulldozer fa retrofront e in lacrime dallo stress decide di tornare a casa.
Beppe decide di proseguire a piedi con la guida “Ibrahim” fino al Massif per ricaricare finalmente le 3 batterie del satellitare grazie all’inverter del veicolo.
Il resto del gruppo, sconsolato, torna indietro a Surma Kibish per aspettare ancora una volta il giorno a venire.
Il tempo non passa invano, perchè troviamo una nuova idea: utilizzare una pala meccanica e un camion per portare sassi e materiali rigidi in modo da consolidare il terreno per poi far passare il bulldozer.
Siamo molto fiduciosi anche perchè negli ultimi 2 giorni c’è un forte sole che asciuga il terreno.
Gruppo campo base
Permanenza Campo Base N 5° 32′ 44,19″ E 35° 39′ 45,81″
Al risveglio la tensione nel gruppo è salita notevolmente. Nessuno ha più notizie di Beppe e degli altri compagni che si trovano in avanscoperta: la preoccupazione inizia a farsi sentire.
Alle 12 il rappresentante IVECO decide di chiedere l’intervento di un elicottero che, partito dal vicino Kenia, ci raggiunge verso le 15. Ci identificano facilmente grazie ai nostri 3 camion arancioni e proseguono subito alla ricerca del gruppo di avanscoperta per concordare con Beppe il da farsi.
Appena incontrato l’elicottero ci chiama (scopriamo che il problema della mancanza di comunicazioni era la batteria scarica del telefono). Ci comunica che la spedizione potrà proseguire senza l’intervento di alcun soccorso esterno, ma chi deve partire per necessità lavorative può farlo.
A questo punto l’elicottero torna da noi, ci lascia una scorta di acqua e cibo e riparte per Addis Abeba dove deve espletare una serie di obblighi burocratici.
Con l’elicottero riparte anche Emanuele, un nostro autista appartenente al corpo dei Vigili del Fuoco, che preferisce rientrare a casa già oggi.