Ricordiamo a tutti i nostri amici lettori che questi diari inediti sono un’anteprima della serie di 8 documentari che andrà in onda su Rai Uno a inizio 2011
Overland compie 15 anni! Guarda i contenuti speciali che ti abbiamo riservato!!!
[O12 – Lunedì 7 giugno] Sveglia all’alba, dopo una notte movimentata da violente raffiche di vento, pronti per uscire una volta per tutte da questa regione.
La pista è abbastanza buona, circondata ancora dallo strano paesaggio lunare fatto di tagliente pietra scura. Anticamente la lava ha plasmato questa zona rendendola un altipiano pressoché desertico frammentato da curiose formazioni rocciose erose nel tempo dagli agenti atmosferici.
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Arriviamo rapidamente all’ingresso della riserva di Siliboi dove troviamo ad attenderci la prima sorpresa della giornata. Per attraversare il parco ci chiedono il pagamento di una cifra esorbitante: un migliaio di euro per ogni mezzo pesante, poco meno per i leggeri, oltre ad una corposa cifra per ognuno dei 12 componenti del gruppo.
I tanti viaggi di Overland ci hanno insegnato quanto l’essere pazienti e l’insistere assiduamente nelle proprie posizioni, possa portare ad ottenere risultati altrimenti insperabili, questo ancor di più qui in Africa.
Dopo parecchio tempo passato con estenuanti trattative riusciamo finalmente a passare e iniziamo l’attraversamento del parco che in realtà ha ben poco da offrire rispetto a tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento in Africa.
Improvvisamente perdiamo il contatto radio con il nostro Trakker, non riusciamo nemmeno a scorgerne la scia. Dopo una breve attesa decidiamo di tornare sui nostri passi per capire cosa sia accaduto.
Quando raggiungiamo il Trakker troviamo Silvano impegnato nel cambiare lo pneumatico anteriore che è letteralmente esploso.
Iniziamo a preoccuparci seriamente perché davanti a noi ci sono ancora molti chilometri e vorremmo oltrepassare il confine con l’Etiopia prima di sera.
Ripartiamo avendo ancora la speranza di raggiungere il nostro obbiettivo, ma dopo una ventina di chilometri ecco scoppiare un altro pneumatico. Ormai è chiara la causa di queste rotture: il terreno su cui poggiano gli pneumatici è fatto di piccoli granelli particolarmente appuntiti ed abrasivi tanto da portare alla rottura delle gomme con molti chilometri sulle “spalle”.
Come se non bastasse, dopo queste due forature ci rimane una sola ruota di scorta per i veicoli pesanti. Incrociamo le dita e andiamo avanti, consci del fatto che ormai comunque arriveremo al confine durante la notte.
Cala il sole all’orizzonte e salgono le nostre preoccupazioni, percorriamo gli ultimi chilometri nel buio completo.
Oltrepassiamo la frontiera ma la strada diventa particolarmente insidiosa tanto da chiedere aiuto ad alcuni abitanti della zona.
Finalmente alle 23 entriamo sulla tanto agognata strada per Addis Aveva. La stanchezza è tanta che per una parte di noi è meglio fermarsi qui per la notte.
Un Massif e il Daily proseguono invece fino al villaggio di Turmi dove troviamo alloggio in un hotel rustico ma ben attrezzato.
Per espletare alcune pratiche burocratiche di confine il secondo Massif, con le guide e alcuni autisti, si dirige ad Omorate raggiungendola finalmente dal lato abitato del fiume.