[Overland 12 – Diario di Martedì 25 Maggio 2010] – Seconda Parte
Finalmente possiamo partire. Con questo infame terreno fangoso anche i 17 chilometri che ci separano dal campo base diventano un’impresa.
Il fango è ovunque e si deve operare continuamente con il verricello. Filippo aiutato da Steven, la guida, avvolge il cavo attorno a quello che capita e spesso si trovano solo rubusti rovi. Roberto comanda il verricello mentre Cesare è alla guida del Massif cercando di assecondare al meglio il tiro della fune.
Si procede a zigzag con lunghi rinvii del cavo, gli pneumatici non vogliono saperne di fare presa su questo terreno scivoloso come burro fuso.
Il verricello è costretto oltre i suoi limiti, su carta consigliano tiri non oltre i 10 metri, noi triplichiamo abbondantemente la distanza e lasciamo riposare il motorino elettrico il solo tempo di concludere un rinvio.
Non si contano le ferite a mani e braccia del duo che attacca e stacca i cavi. Cibo non ce n’è, l’hanno rubato tutto i locali, le forze mancano più volte. Ciò che ci sostiene è che la situazione è tornata nelle nostre mani. Spetta solo a noi e alle nostre forze uscire da questa valle per tornare a correre verso “Casa” e non più ad operai perdigiorno.
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Dopo ore ed ore sotto il sole e una quantità di rinvii di verricello, conquistiamo un tratto di terreno finalmente solido! Da qui proseguiremo grazie alla maestria di Cesare, pilota di provata esperienza tra Camel Trophy, Dakar e tutte le edizioni di Overland. Nonostante una bruttissima infezione alla gamba, gonfiata a dismisura, Cesare riesce sempre a dosare l’acceleratore in modo da non portare mai le ruote allo slittamento. Viaggiamo a velocità impensabili per questa zona disastra, con abilità e prontezza di riflessi schiva tronchi caduti, fosse e laghetti.
Il morale non è mai stato così alto, dalla botola sul tetto del Massif ecco formarsi la sagoma arancione del Daily. Ancora qualche centinaio di metri e riconosciamo Andrea e Stefano che ci aspettano alla pozza d’acqua da cui attingono per bere.
Finalmente dopo un paio di settimane i due gruppi si ricongiungono. L’emozione è palpabile tra tutti i reduci di questa incredibile avventura ed altrettanta la curiosità nel voler conoscere i dettagli dei tanti giorni passati separati.
Sempre con grande fatica e tanto uso di pale, liberiamo il Daily e copriamo gli ultimi 5 chilometri che ci separano dal campo.
Cominciamo subito i preparativi per la partenza. Siamo rimasti in 9 e ci distribuiremo alla guida dei mezzi secondo le nostre capacità e preferenze. Purtroppo il gruppo che qualche giorno fa è rientrato in Italia in elicottero è proprio quello degli autisti (Carabinieri e Vigili del Fuoco) che partecipando a Overland su base volontaria usando le proprie ferie oltre un certo periodo non possono restare.
Al campo base sono così rimasti Margherita (contabilità e gestione), Andrea (Cooperazione Italiana + Fotografo), Silvano (meccanico), Nicola (medico) e Stefano (cameraman) e con il gruppetto andato in avan scoperta Beppe (Capospedizione), Filippo (Vice-Capospedizione+Fotografo), Cesare (Pilota) e Roberto (Cameraman).
Nel gruppo riunito rimangono quindi solo in 2 ad avere la patente per i Camion, dunque la situazione non si preannuncia affatto facile!
Dovremo procedere con due veicoli a rimorchio, il Dormitorio e un Massif. La stanchezza è evidente ma la ventata di entusiasmo per lo sblocco della situazione ci consente di ripartire con grande fiducia.
Potabilizziamo qualche altro litro di acqua e partiamo.
I primi chilometri passano tranquilli, poi iniziano i problemi sempre causati dal Musone al traino che oltre a rallentare l’andatura, spesso costringe ad un uso insistente del verricello anche per chilometri.
Intorno alle 18 al tramonto, ci ritroviamo bloccati di nuovo in mezzo al fango. Il verricello proprio non ce la fa più poiché è stato usato troppo e si è surriscaldato. Senza contare che un tronco nascosto dal fango esce al passaggio del veicolo trainato dal verricello e si impunta su un asse del veicolo sotto al camion. Decidiamo quindi di fermarci a dormire li nel fango nelle cabine dei veicoli. Mangiamo qualcosa sottraendolo alle scorte e, decisamente stanchi, ci addormentiamo in un battito di ciglia.