Km: 140;
media oraria: 20 km/h
Dislivello in salita: 350 mTempo di percorrenza: ore 7
Nonostante i pochi chilometri da percorrere partiamo ancora al buio, non tanto per paura del caldo (nei giorni scorsi la temperatura non ha mai raggiunto i 40 gradi) quanto per quella del vento che ieri soffiava con folate tali da scaraventare fuori strada qualsiasi ciclista. Ma il vero problema si rivela presto un altro. La Cina sta modernizzando a tempo di record la sua rete stradale, come fa del resto per ogni altra struttura. Fino ad ora ne abbiamo approfittato trovando carrozzabili dal fondo perfetto e alberghi moderni e dotati di ogni confort. Oggi invece ci aspetta quello che, in fondo, prima o poi ci doveva capitare. Da Anxi a Yumen è infatti ancora in costruzione la nuova autostrada e il tracciato è un unico cantiere lungo duecento chilometri dove sono impegnati migliaia di operai e centinaia di mezzi meccanici. La strada è quindi ridotta ad una pista sterrata e sconnessa che siamo costretti a percorrere nella nuvola di polvere alzata dal vento e dal passaggio continuo di camion. All’inizio cerchiamo di fare i furbi sfruttando i tratti già catramati, ma al primo ponte non finito dobbiamo scendere nell’allucinante inferno di polvere. Pedaliamo con una fascia nera al braccio in segno di lutto per la morte della madre del nostro compagno Gianno Pitzalis (Astice) e con una mascherina bianca sul volto per evitare il soffocamento. Il paesaggio attorno a noi, per quanto riusciamo a intuire, è piatto e sempre desertico, animato solo da curiose formazioni di argilla modellate dal vento. Chiamate dagli uyguri del Tarim “yadan”, possono essere talvolta scambiate con i resti delle fortificazioni erette dagli Han a protezione della vecchia carovaniera. Abbiamo infatti iniziato a costeggiare il tracciato del settore più antico della Grande Muraglia che, essendo stata costruita in terra battuta mescolata a paglia, solo in pochi punti è riuscita a resistere alla distruzione operata dagli uomini e dagli agenti atmosferici. La meta è la città industriale di Yumen che ci accoglie con il solito monumentale albergo, irriconoscibili per la polvere sedimentata sulle nostre facce e sulle nostre tute.