[martedì 2 marzo] La mattina inizia salutando la nostra giovane guida che ci ha accompagnato da Libreville fin qui al confine con entusiasmo, dedizione e voglia di stupirci a ogni istante. Dalla frontiera del Congo cominciamo la parte del percorso di cui abbiamo meno informazioni.
Ci confrontiamo con la polizia doganale e presto arriviamo alla conclusione che la strada che eravamo intenzionati a percorrere è di fatto impraticabile a causa di alcuni guadi. Un’altra piccola deviazione ci costringe dunque ad allungare ancora il percorso e così siamo costretti a risalire leggermente verso nord per entrare in Congo nei pressi di Ojio: il percorso sarà estenuante.
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La pista che percorriamo, irta di difficoltà, è ulteriormente aggravata dall’attraversamento della zona che registra nel mondo uno dei focolai più importanti delle febbre emorragiche dell’ebola e del dengue. Alcuni di noi sono abbastanza spaventati dall’idea di respirare questo batterio.
L’intenzione sin dal mattino era quella di arrivare a Brazzaville, ma con il passare delle ore ci accorgiamo che l’impresa è impossibile così, dopo Gambona, ci fermiamo per la notte lungo il ciglio della strada.
































