Ruth Patrick, i cui studi sull’ecologia delle acque dolci nel 1930 hanno aiutato a sviluppare quello che oggi è un immenso movimento, è morta ieri alla veneranda età di 105 anni. La Patrick, inoltre, ha ottenuto un enorme successo nonostante l’epoca storica in cui viveva, caratterizzata da un maschilismo impenetrabile negli ambienti accademici.
La Dr. Patrick ha ricevuto il più alto riconoscimento nazionale per le conquiste scientifiche nel 1996; la dottoressa statunitense iniziò a porre l’attenzione sull’ecologia in un periodo storico in cui l’inquinamento veniva a malapena percepito dalla coscienza nazionale. Le donne erano inoltre una rarità in ambito scientifico, tant’è che quando la Patrick richiese una posizione lavorativa presso l’Accademia delle Scienze Naturali nel 1934 (lo stesso anno in cui ottenne un dottorato in botanica all’Università della Virginia), le venne comunicato che non sarebbe stata pagata (e proibito l’uso di lucidalabbra durante il lavoro). Il suo primo stipendio lo ricevette dopo sette anni di lavoro presso l’Accademia. Ma, nel 1973, divenne la prima donna ad occupare un posto come membro del consiglio di amministrazione.
La ricerca della Patrick sulla limnologia, cioè lo studio delle acque dei fiumi e dei laghi, la portò a guadare 850 corsi e bacini d’acqua in tutto il mondo. Il suo lavoro ha riscosso interesse pubblico e attenzione politica riguardo il tema dell’inquinamento dell’acqua e l’ha portata, anni dopo, a parlare per prima del riscaldamento globale. Il suo lavoro portò il Congresso a passare, nel 1972, il Clean Water Act e la sua influenza crebbe a tal punto che i presidenti degli Stati Uniti Lyndon Johnson e Ronald Reagan la consultarono sulle tematiche ambientali.