La tradizione culinaria di Gibilterra affonda le sue radici nelle lunghe relazioni tra gli spagnoli dell’Andalusia e i britannici, oltre ai numerosi stranieri che hanno fatto di Gibilterra la loro patria. Le influenze culinarie derivano quindi non solo da Spagna e Regno Unito, ma anche da Malta, Italia e Portogallo.
D’altronde Gibilterra è un crogiolo davvero unico; situata a ridosso di un promontorio, lì dove le colonne d’Ercole stabilivano il “Non plus ultra”, si presenta oggi come una località dal clima subtropicale, abitata da scimmie, inglesi, spagnoli e tantissimi stranieri, i cui pub tipicamente anglosassoni sono inseriti in un paesaggio mediterraneo. Note stonate che però compongono una sinfonia così originale da risultare piacevole.
Stesso discorso per la cucina, che offre piatti tipici assolutamente unici, come il rosto, ovvero una sorta di pasta, di origine italiana, preparata con penne, salsa di pomodoro, manzo (a volte maiale), funghi e carote e sormontata da formaggio grattugiato.
Da Malta proviene invece un piatto a base di pasta al forno, i fideos al horno, la cui versione originale si chiama imqarrun. Si tratta di maccheroni conditi con ragù e altri vari ingredienti, tra cui, uova, bacon e altri, a seconda della tradizione familiare. Come si può vedere, alla raffinatezza della cucina mediterranea si accompagna la sostanza e l’abbondanza, spesso senza logica, tipica della cucina anglosassone.
Infine il dolce, il bollo de hornasso, una rivisitazione dello spagnolo hornazo; preparato con farina auto lievitante, conta tra gli ingredienti anche lo zucchero, le uova, il burro o la margarina e anice. Il bollo de hornasso viene consumato nei giorni intorno a Pasqua in Spagna, mentre a Gibilterra è popolare durante il Natale.