Almeno 30 separatisti russi sono stati uccisi fino ad ora all’aeroporto di Donetsk, città orientale dell’Ucraina. Gli scontri sono cominciati quando un gruppo di separatisti armati ha cercato di prendere possesso dell’infrastruttura durante le prime ore del mattino di lunedì; Kiev ha risposto con attacchi aerei che hanno provocato una fase di stallo.
Il nuovo presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko (milionario ed ex ministro degli esteri), aveva giurato lunedì che avrebbe proseguito in quella che ha definito un’ “operazione anti-terrorismo” ad est, annunciando che sarebbe durata ore e non mesi.
Un rappresentante dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk ha dichiarato ai reporter della BBC che negli scontri sono rimasti uccisi almeno 30 militanti. Al momento, non è ancora chiaro chi sia in controllo dell’aeroporto, chiuso proprio a causa degli scontri. I testimoni affermano di aver sentito spari e visto colonne di fumo innalzarsi durante tutto il giorno.
Il presidente Poroshenko è stato, proprio oggi, dichiarato il vincitore delle elezioni presidenziali con il 54% dei voti, un plebiscito. Nel suo discorso di insediamento ha giurato che l’Ucraina dell’est non sarà “trasformata in Somalia”, aggiungendo che avrebbe messo fine agli scontri nel giro di poche ore. L’esercito dell’Ucraina è impegnato, sempre sul fronte orientale, in una offensiva mirata a sconfiggere i separatisti armati che hanno dichiarato l’indipendenza nelle provincie di Luhansk e Donetsk.