
Cronologicamente, quindi, il 18 novembre era stato spiccato un mandato di arresto dal tribunale di Stoccolma, mentre il 28 dello stesso mese Wikileaks ha rilasciato le prime informazioni. Braccato ormai ovunque, Assange si è consegnato spontaneamente a Scotland Yard il 7 dicembre 2010. Da quel momento il personaggio non ha fatto più notizia, ma a breve dovrebbe essere estradato in Svezia; la Corte Suprema di Londra gli ha infatti concesso 14 giorni per permettere un’obiezione tecnica della difesa, dopo la respinta del suo ricorso. L’estradizione, quindi, sembra solo una questione di tempo. A questo punto la situazione di Wikileaks, che ha continuato nel suo lavoro di ricerca di materiale scottante, rischia di compromettersi, vista l’assenza del suo fondatore e i conseguenti effetti collaterali, con notevoli pressioni e minacce che hanno convinto, e costretto, molti degli attivisti a mollare.
Ma Wikileaks non è nuova a comportamenti da Araba Fenice, come accadde nel 2009 quando, sull’orlo del tracollo, senza fondi e personale, rilasciò il terribile video Collateral Murder (in cui veniva mostrato il massacro di civili inermi iracheni da parte di cecchini statunitensi) e riacquistò una popolarità che in breve la riportò agli onori della cronaca. Adesso è stata negata a Wikileaks la possibilità di ricevere donazioni private tramite Paypal, Western Union, ecc., per cui ci si potrebbe aspettare qualche mossa a sorpresa.