In questo primo mese di viaggio la spedizione ha percorso oltre 9’000 kilometri, trovandosi spesso ad attraversare zone ad alto rischio per la presenza di gruppi terroristici, mine antiuomo, bande armate e gruppi di ribelli. Fino al 3 febbraio il team di Overland 12 era riuscito a passare indenne da queste zone, grazie anche all’assistenza dei governi locali; ma con l’ingresso in Costa d’Avorio la fortuna ha girato le spalle alla spedizione, che si è trovata ostaggio delle Forces Nouvelles – i guerriglieri ribelli che controllano il nord della Costa d’Avorio dall’inizio della guerra civile.
Quella della Costa d’Avorio era fino agli anni ‘80 una rara storia di successo nell’instabile e violento scenario dell’Africa occidentale. Prima esportatrice di olio di palma e terza esportatrice di caffè al mondo, l’economia della Costa d’Avorio cresceva negli anni ’60 e ‘70 a ritmi vertiginosi; la lunghissima presidenza di Félix Houphouët-Boigny garantiva la stabilità politica, impedendo che la crescente tensione fra gli ivoriani e gli immigrati dei paesi circostanti, impiegati nelle piantagioni, sfociasse in un conflitto.
La morte di Houphouët-Boigny nel 1993 tolse i freni all’antagonismo degli ivoriani nei confronti dei discendenti degli immigrati, già esasperato dalla crisi economica che dagli anni ’80 attanagliava la Costa d’Avorio. La nuova costituzione del 2000 rifletteva appieno la tensione interetnica, permettendo solo ai cittadini con padre e madre ivoriani di candidarsi alle elezioni presidenziali. Ciò impediva la candidatura dell’ex primo ministro Alassane Ouattara alle elezioni del 2000, privando gli abitanti del nord del loro rappresentante e ponendo quindi le basi per la guerra civile che sarebbe scoppiata da lì a due anni.
Nel settembre del 2002 una parte dell’esercito si ribellò con il supporto della popolazione del nord, mentre il Presidente Laurent Gbagbo si trovava in Italia in visita ufficiale. La guerra civile fu rapidamente arginata grazie all’intervento della Francia e successivamente delle Nazioni Unite, che si inserirono fra i ribelli a nord e le forze governative a sud creando una zona cuscinetto che tuttora divide il paese in due.

Nonostante i negoziati per la pace proseguano a ritmo serrato, ad oltre sette anni dall’inizio del conflitto il nord del paese continua ad essere in mano ai ribelli delle Forces Nouvelles. Ed è proprio da nord che la spedizione è dovuta entrare in Costa d’Avorio, con permessi d’ingresso timbrati dal governo ufficiale ma non riconosciuti dai ribelli: appena oltre la frontiera il team di Overland 12 è stato letteralmente catturato dalle Forces Nouvelles e fatto prigioniero per una notte. Solo grazie alla grande esperienza e capacità del capo-spedizione Beppe Tenti è stato possibile capovolgere l’episodio, convincendo i ribelli a scortare la spedizione fino alla zona cuscinetto.
Fortunatamente quest’esperienza non ha avuto conseguenze negative per il team; è evidente però che la Costa d’Avorio deve superare questa profonda divisione, se vuole riprendere quella strada verso il benessere dalla quale ha deviato tanti anni fa.
La spedizione si dirige ormai a passo spedito verso l’ottavo paese dell’itinerario: il Ghana. Incrociamo le dita, e speriamo che questa volta non ci siano sorprese oltre la frontiera!